Approfondimento a : “La via dei simboli”
Link all'articolo: http://architettura.it/coffeebreak/20001215/index.htm
Antonino Saggio (2000), "La via dei simboli" , Coffee Break
Umberto Boccioni
La carica dei lancieri
1915
tempera e collage su cartone, 32 x 50 cm
Milano, Collezione di Ricardo e Magda Jucker
Descrizione del dipinto
estrapolata da:( http://www.artsblog.it/post/262/umberto-boccioni-carica-di-lancieri-1915 )
Questo dipinto di piccole dimensioni, uno degli ultimi realizzati da Umberto Boccioni raffigura una carica di lancieri e fa parte di una serie di dipinti di esponenti del movimenti futurista, tesi ad esaltare la guerra e favorevoli all'entrata in guerra dell'Italia (siamo nel 1915). L'opera corrisponde ad una visione eroica ed esaltante della guerra (che Marinetti definì “Unica igiene del mondo”) dove l'eroismo, il coraggio, la forza prevalgono. I lancieri in carica, raffigurati come una sequenza filmata, occupano il centro della scena, trasmettono la sensazione di una forza inarrestabile che travolge il nemico, inserito in basso a sinistra.
Le lance sono delle vere e proprie linee di forza che guidano l'occhio dell'osservatore in una direzione di lettura insolita: di solito si va da sinistra verso destra, in questo caso accade il contrario e questo trasmette la sensazione di una forza dirompente ed inarrestabile che rompe gli schemi consueti, come del resto il fatto che la cavalleria prevalga contro un nemico con armi da fuoco.
Il cavallo venne utilizzato da Boccioni in diverse occasioni, tanto per fare un esempio basti pensare al dipinto “La città che sale” dove alcuni cavalli imbizzarriti rappresentano una forza inarrestabile e incontenibili paragonata alla nuova città che cresce e si sviluppa in modo inesorabile.
Sullo sfondo l'artista, come in un collage, inserisce pagine tratte dai giornali con cronache dal fronte, per sottolineare con ulteriore forza la gesta eroiche dei lancieri e il clima generale del dipinto.
Inutile dire che tale visione eroica della guerra venne smentita dai fatti, ed anche la passione dell'artista per i cavalli gli sarà fatale visto che morì nel 1916 nei pressi di Verona proprio a causa di una caduta da cavallo.
COMMENTO
In questo dipinto di Boccioni credo si avvalori ancora di più la tesi di un netto collegamento tra l'opera di quest'artista e il Guggenheim di Gehry. Qui le traiettorie si sentono in maniera molto forte, si fanno lance nello spazio, tra le superfici sconnesse dei cavalli alla carica.
La somiglianza è palese, le curve sono affini e anche la cromia del quadro lasciano la suggestione di questo collegamento tra Gehery e il nostro pioniere italiano di superfici nello spazio.
Chiara Perfetti
Guggenheim di Bialbao Frank O. Gehery (1997)